Secondo il rapporto ISPRA (edizione 2014) la qualità delle acque superficiali nei punti di prelievo di Rovato per la Seriola Nuova, di Chiari e di Cazzago San Martino per la roggia Castrina è a dir poco preoccupante. I livelli di contaminazione da pesticidi chimici rilevati superano di molto i limiti consentiti per legge.
Mentre dall’ultimo rapporto nazionale «Pesticidi nelle acque» (edizione 2016), pubblicato sempre dall’Ispra, emerge una presenza allarmante di insetticidi ed erbicidi in più della metà dei fossi che scorrono nella Bassa, in Franciacorta e nell’hinterland. Si parla inoltre della contaminazione di un terzo delle acque sotterranee, fino a raggiungere la seconda falda, quella che alimenta gli acquedotti! A tal proposito il collega del M5S, consigliere regionale in Regione Lombardia Giampietro Maccabiani chiederà alla regione di imporre all’asl le analisi relative a queste sostanze direttamente dai rubinetti di casa per capire cosa effettivamente ci beviamo.
Tra le sostanze individuate, a destare più preoccupazione è sicuramente il “Glifosato“, un erbicida brevettato dalla multinazionale “Monsanto”, largamente utilizzato nelle aree agricole, industriali e civili che secondo studi scientifici potrebbe causare problemi neurologici, gastrointestinali e persino dare dei problemi allo sviluppo dei neonati. Secondo il Report dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) il glifosato è potenzialmente cancerogeno per l’uomo.
Nel luglio del 2015 ho presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e al Ministro delle politiche agricole, chiedendo:
Con una mozione parlamentare nell’ottobre scorso il M5S ha chiesto al Governo ed ottenuto l’impegno di bandire l’utilizzo del glifosato. Purtroppo per il momento resta solo una promessa. Entro fine giugno l’Unione Europea dovrà decidere se metterlo al bando, a quel punto vedremo se verrà rispettato il principio della precauzione e se i ministri italiani faranno valere la propria influenza.
Bisogna inoltre sapere che il disseccante in oggetto non viene utilizzato solamente in agricoltura, sempre più frequentemente le amministrazioni comunali gestiscono il verde urbano utilizzando questo principio attivo, talvolta anche impropriamente in aree sensibili come i parchi pubblici e scuole nonostante le prescrizioni del PAN (Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei fitosanitari).
Il meetup di Palazzolo s/O, nell’inverno scorso ha incontrato l’amministrazione comunale per proporre delle soluzioni alternative all’utilizzo della chimica per il diserbo, una su tutte la “rimozione meccanica”. Esistono comuni, anche nel bresciano, che hanno già adottato questa scelta, basterebbe copiarli, purtroppo Palazzolo ancora non ha preso esempio. L’obbiettivo è quello di partire dai comuni per sensibilizzare tutte le realtà agricole, anche perché nel loro interesse visto che questi prodotti chimici sono pericolosi per l’uomo e anziché agevolare le colture le inaridiscono rendendo i terreni poco fertili.
Claudio C. per Palazzolo a 5 stelle
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