Gli amici di Pontoglio propongono questa opera da vedere assolutamente di come sia cambiata la vita da quando si viveva di agricoltura rispetto ai giorni nostri.
Un percorso che ci accompagnerà nelle varie fasi del cambiamento.
LAVORO TEATRALE PER TRE VOCI NARRANTI CON MUSICA DAL VIVO
L’azione teatrale è divisa in tre atti
IL MONDO CONTADINO E LA SUA FINE
LA FABBRICA
PRESA DI COSCIENZA – EPILOGO
IL MONDO CONTADINO E LA SUA FINE
Per mille e mille anni l’uomo trae sostegno dalla terra. E’ un mondo basato sulle capacità manuali e fisiche straordinarie dell’uomo, che in simbiosi con gli elementi naturali, lavora la terra e la rispetta. La consegna ai propri figli intatta di generazione in generazione. Palcoscenico di una vita dura, selettiva, fino a che, alla fine della seconda guerra mondiale, i figli di quella generazione avvertono un cambiamento sociale e politico epocale.
LA FABBRICA
L’uomo abbandona la terra. Sorge il fenomeno dell’emigrazione. Un nuovo modello sociale viene “offerto” ad un popolo affamato e stremato da una guerra devastante.
Gli elementi NATURALI passano in secondo piano. La terra è sempre più inquinata. Avanza l’era della macchina, del perfetto ingranaggio, dell’organizzazione e disciplinamento della società moderna. Nasce la classe media.
PRESA DI COSCIENZA – EPILOGO
La classe media e le sue paure. La contemporaneità. I bisogni indotti. IL nostro tempo analizzato nel rapporto di una coppia, che prende coscienza e il coraggio di fare una scelta per il futuro.
OBIETTIVI
Lo spettacolo vuole offrire allo spettatore l’occasione di riflettere…
*sull’ambiente in cui vive
*sulla fine della cultura del bisogno vero
*sulle quotidianità perdute, sui ritmi di vita legati alle stagioni andati perduti
*sulla cultura del profitto e del consumo
*sulla necessità e sull’urgenza di trovare un modello sostenibile, che ricollochi, l’esistenza della donna e dell’uomo al centro dell’armonia di un mondo naturale…
Testo teatrale e musiche di Mario Archetti.
Per contatti: 3281845745 – mail: olmofiore@alice.it
E io domando agli economisti politici, ai moralisti, se hanno già calcolato il numero di individui che è giocoforza condannare alla miseria, al lavoro spropositato, alla demoralizzazione, all’infanzia, all’ignoranza nella crapula, alla sventura invincibile, alla penuria assoluta, per produrre un ricco…
Almeida Garret
Filed under: buone notizie, cultura, informazione | Tagged: mondo contadino, ritorno alla natura, teatro |
Rispondi