Prima causa di morte: 34%. tutti i dati dello studio realizzato dall’asl. In determinate aree l’incidenza è allarmante
di Beatrice Raspa
Brescia, 3 agosto 2013 – Il 34 per cento dei bresciani muore di tumore, prima causa di mortalità a Brescia e provincia. E’ questo il primo dato forte che emerge da uno studio dell’Asl – dal 2013 è nato un Osservatorio epidemiologico – che ha analizzato l’incidenza delle patologie maligne nei 12 distretti (l’intera provincia a eccezione della Valcamonica) incrociando i numeri del triennio 1999-2001 e 2004-2006 estrapolati dal Registro tumori. I risultati, eterogenei a seconda delle 18 tipologie di cancro considerate – le più diffuse – sono un primo step che prelude a ulteriori approfondimenti per individuare nessi e possibili fattori di rischio, per molte malattie ancora sconosciuti. Sotto la lente, nel complesso, 37.186 casi, 17.133 riguardanti donne e 20.053 uomini.
Cifre che in linea generale rispecchiano la situazione delle province dell’Italia del Nord più industrializzato. Il territorio bresciano, con 680 casi per i maschi e 448 per le femmine ogni 100mila abitanti, si colloca vicino al Veneto (rispettivamente 708 e 444), subito dopo Milano (694 e 460) e Mantova (645 e 442). Tra un distretto e l’altro tuttavia vi sono serie differenze. Rispetto alla media territoriale, si rilevano incidenze più significative in città (+4,4%), a Brescia Ovest (+4,5%) e Monte Orfano (+4,7%), mentre sul Garda ci si ammala meno (-8,5%), così come nella Bassa centrale (-4%).
«I due trienni presentano incidenze sostanzialmente stabili – evidenzia il direttore generale Carmelo Scarcella – e laddove appaiono in crescita sono da relazionare all’invecchiamento della popolazione. C’è una riduzione di mortalità, che testimonia l’efficacia dello screening precoce e degli interventi terapeutici». A uno sguardo mirato, città e immediato hinterland presentano più che altrove tumori alla mammella, all’ovaio e corpo dell’utero, al colon-retto e alla prostata, ritenuti tipici delle aree urbane in quanto legati a stili di vita particolari e maggiore abitudine alla diagnosi. Altri al contrario, quali stomaco, fegato e cervice, affliggono meno il capoluogo e più la provincia.
Scorrendo le cifre, alcune balzano agli occhi: i tumori al seno (5.531 casi), per i quali la città spicca in negativo (+12%), e al fegato, la cui incidenza nei distretti bresciani, similmente a Bergamo, svetta in Lombardia (+50%). Una malattia, questa, che colpisce tre volte più gli uomini, meno in città (-16%) e molto più nell’Ovest (+36% Bassa occidentale, +30% Oglio Ovest, +27% Brescia Ovest). Anche il cancro a polmoni ha interessato più i maschi: su 3.987 episodi, il 79% è al maschile, soprattutto a Ovest. La situazione si riequilibra per il melanoma, 865 casi di cui 441 riguardanti uomini, con incidenze più serie sul Garda e a Brescia. I 1.407 linfomi non Hodgkin, invece, nel Bresciano a differenza di altri distretti hanno colpito più le donne, in specie in zona Monte Orfano (+34%) e Valtrompia (+15%).
beatrice.raspa@ilgiorno.net
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