Oggi pubblichiamo l’articolo dell’amico Thomas Goffi riguardante l’ennesimo progetto scellerato nella nostra provincia già martoriata da tempo. Nonostante dalle nostre parti non se ne parli un granché, bisogna ricordare che l’area sulla quale si vorrebbero insediare i campi da golf confina con Palazzolo.
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254.000 mq di terreno agricolo cancellato, 15.000 metri cubi di attività edificatoria, numerosi nodi critici sotto gli aspetti ambientali, economici, statutari ed amministrativi.
Sono questi alcuni punti sintetizzati dal comitato “non inGOLFiamoci”, nato a Chiari nelle scorse settimane per fermare il progetto per il campo da golf che l’Istituto Morcelliano (Fondazione nata con l’intento di dare aiuto ai giovani in difficoltà) vorrebbe costruire su alcuni terreni del Santellone, al confine con Palazzolo e Pontoglio. Tale progetto prevede la costruzione di un campo da 9 buche, un campo pratica, un ristorante, una club house e alcune abitazioni per circa un centinaio di persone.
Sotto il punto di vista ambientale è molto importante sottolineare come la zona in questione rientri, secondo la Rete Ecologica Regionale, in una fascia denominata di “livello 2” quindi come corridoio tra due zone (Monteorfano e Parco Oglio Nord) denominate di “livello 1”. Anche il Piano di Coordinamento Provinciale pone altri importanti vincoli a tutela della destinazione agricola e, in particolar modo, dei canali irrigui della zona in questione che, quindi, è da considerarsi sotto ogni punto di vista un territorio da PRESERVARE e NON DA MODIFICARE per la sua alta NATURALITA’.
Restano poi problemi legati all’immane consumo di acqua (un campo di queste dimensione può arrivare a “bersi” 1000 metri cubi di acqua al giorno, l’equivalente di un paese di 4000 persone), all’uso di pesticidi per il mantenimento del prato erboso e, certamente non ultimo, l’ulteriore cancellazione di terreno agricolo in una zona già fortemente segnata dalla cementificazione degli ultimi tempi e che nei prossimi anni dovrà convivere con altri mostri chiamati TAV e BREBEMI. Tutto questo in un Paese che vede nell’agricoltura proprio uno dei punti di forza sia dal punto di vista economico sia occupazionale e che è, quindi,fondamentale tutelare.
Il progetto,poi,prevede numeroseproblematiche, partendo dagli aspetti statutari in quanto l’Istituto è nato con lo scopo di sostenere i giovani e di educarli alla cristianità. Pare quindi un po’ azzardato che una Fondazione con queste finalità scommetta il proprio patrimonio in un progetto simile, calcolando poi che i ritorni economici frutterebbero dopo più di 20 ANNI.
Non convince nemmeno l’idea della Fondazione di usare i circa 2 MILIONI incamerati dalla vendita della capacità edificatoria per finanziare un progetto per la costruzione di una scuola, senza però pagare al comune 1,4 MILIONI di oneri di urbanizzazione. Il Comune si farebbe sì carico di ogni costo di manutenzione della struttura, ma la scuola rimarrebbe di proprietà della Fondazione!!!
Questo progetto pare ancora più insensato se si pensa che sono già attivi nella immediate vicinanze di Chiari, 2 campi da golf, 10 nel raggio di 50 km e la media nazionale di soci per ogni club è di 250 contro, ad esempio, i 2000 degli USA.
Nelle prossime settimane il comitato “non inGOLFiamoci” continuerà una raccolta firme per cercare di ostacolare il progetto del golf della Fondazione.
Thomas Goffi per l’Eco Gruppo Chiari
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