Parliamo di connessione e cerchiamo di mettere in luce cosa succederà al temine dell’asta per l’assegnzione delle frequenze 4G, anche se è sbagliato definirla così perchè ad oggi si utilizza un 3G avanzato, mentre il 4G è in fase di studio solo in alcuni paesi asiatici.
Non è questa differenza che vogliamo sottolineare, ma far capire quale ruolo quest’asta ha sul nostro futuro.
Lo stato mette sul mercato le frequenze che verranno lasciate libere da fine 2012 e che venivano utilizzate dalle televisioni, tra gli 800 e i 2600 MhZ. Le più basse sono le più ambite perchè hanno una buona copertura e una connessione molto più veloce. Praticamente si vende il futuro della nostra connessione e della nostra informazione.
Prendiamo atto un’altra volta che il futuro degli italiani, è il recente passato degli altri paesi che utilizzano questa tecnologia da anni e, già sono pronti con la 4G, noi forse nel 2012 partiamo col 3G.
“Ma come partiamo?” Secondo me malissimo, come al solito.
La base d’asta è di 2,4 miliardi di euro ed il governo conta di riuscire ad incassare da 3,1 a 3,4 milardi di euro, una cifra che ci stanno vendendo come affare. Il futuro della banda larga e della connessione è cedibile secondo i nostri governanti, per una rata unica di 57,00 Euro a persona; cifra definibile affare solo per 4 società. Società già molto note.
All’asta si presentano Telecom, Wind, H3G e Vodafone, aziende che, appena spartite le frequenze, faranno ripagare a noi con gli interessi ciò che lo Stato ha svenduto. Infatti dovendo rientrare dall’investimento, i servizi saranno a pagamento per diverso tempo rallentando, in un grosso periodo di crisi, la possibilità di accedere alla connessione veloce da parte di molte persone. Fino ad ora il nostro paese non era ancora riuscito a coprire l’intera penisola con la precedente tecnologia lasciando un deficit difficilmente colmabile in alcune zone. Si può anche obbiettare che non serve grande velocità di connessione se poi le stesse società sono contrarie e lottano per filtrare il p2p o il file sharing.
Un’altra importante conseguenza di quest’asta è ben descritta da un articolo dell’ Eco delle Valli, e tocca soprattutto le piccole reti ancorate al territorio, il provvedimento così favorirà ed ingigantirà il triopolio di Rai-Mediaset-LA7, diminuendo la varietà dell’informazione e facendo perdere numerosi posti di lavoro locali spesso a giovani alle prime esperienze nel settore radio-televisivo e giornalistico.
La Comunità Europea aveva fissato il termine per la liberazione delle frequenze al 2015, ma ultimamente si stava discutendo di anticiparla al 2013, ma nessuno vieta di darle in concessione ai privati che dovranno investire sulla qualità e l’innovazione dei servizi, in regime di concorrenza così da calmierare il prezzi e poter, alla scadenza, rinnovare o meno le concessioni in base all’operato dei privati. Questo permetterebbe di iniziare a correre verso il futuro e diminuire il divario con gli altri paesi.
Palazzolo 5 stelle infine crede che l’investimento pubblico sul Wi-Max possa dare ancora migliori prospettive, ma nel nostro paese sembra argomento tabù e non conforta il fatto che una società come Linkem, americana che sviluppa anche sistemi Wi-Max si sia ritirata dall’asta.
Brutto segno che un investitore straniero in un settore così strategico non creda al nostro paese.
Matteo Piantoni per Palazzolo 5 Stelle
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