Secondo l’EEA l’Italia è lo stato più inquinato, il responsabile di tutto ciò è un gas, si chiama ozono e va oltre certi allarmismi, si reali ma non prioritari rispetto al batterio escherichia coli, ( le autorità tedesche hanno definitivamente conclamato che è Il modello di allevamento intensivo dominante, in cui si fa uso indiscriminato di antibiotici nei mangimi per gli animali ad aver determinato una diffusa resistenza ai principi attivi di farmaci e antibiotici da parte di microrganismi. fonte aiab.it ). L’esposizione all’ozono uccide più di 20.000 persone all’anno in Europa.
Ma nessuno ne parla. L’inquinamento dell’aria non sembra essere una priorità.
In prossimità dell’estate si torna a parlare di “allarme ozono” e della necessità di cautelarsi dallo “smog estivo“, un male che uccide ogni anno 21 mila persone e causa 14 mila ricoveri legati a problemi respiratori. Un killer silenzioso ma letale, provocato dall’inquinamento che è più dannoso di qualunque chiacchierato batterio.
L’ozono (O3) a livello troposferico è l’inquinante ad ampia diffusione più pericoloso per popolazione e sistemi naturali. È inquinante secondario, ovvero non viene emesso direttamente da fonti inquinanti, ma è il risultato della trasformazione di altri agenti inquinanti.
I livelli di ozono tendono ad aumentare quando non c’è vento, il sole splende e la temperatura è elevata.
L’agenzia europea ha di recente pubblicato un rapporto da cui emerge che tutti i Paesi europei hanno oltrepassato i limiti imposti, con una media giornaliera di circa 120 microgrammi di ozono per metro cubo di aria.
Nelle città succede che i gas prodotti dalla combustione dei motori a scoppio, associandosi ad elevate temperature ed intenso irraggiamento solare ( smog fotochimico), si comportino da catalizzatori per la formazione dell’Ozono. Paradossalmente però le aree dove l’Ozono si forma maggiormente sono i grandi parchi cittadini, dove l’Ossigeno, reso disponibile dalla fotosintesi clorofilliana, è più abbondante.
Tutti i calcoli sull’inquinamento generalmente si limitano al calcolo della Co2, che diminuisce in modo direttamente proporzionale alla produzione industriale e al valore del Pil. Ma spesso non si considerano i valori delle sostanze, che rispetto all’anidride carbonica, sono più pericolose per la salute umana.
Dai dati d’ Agenzia europea dell’ambiente in Europa dal 1990 gli inquinanti in Europa sono calati drasticamente migliorando lo stato dell’aria, tuttavia dal 1997 le concentrazioni di particolato e ozono nell’aria non registrano miglioramenti significativi nonostante il calo delle emissioni.
Una serie di paesi sforerà presumibilmente uno o più tetti di emissione legalmente vincolanti entro il 2010 per quattro importanti inquinanti atmosferici. Il bisogno di ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico rimane una questione importante.
Mentre in Italia, il trend è al contrario.
Noi italiani, infatti, nel 2010, siamo stati l’unico paese ad aver superato la soglia limite per oltre 50 giorni (54 giorni). La situazione più allarmante è stata registrata nella provincia di Lecco, a Valmadera, dove il record è stato di 240 microgrammi per metro cubo ottenuto per 4 giorni. In particolare, i dati hanno assegnato la maglia nera all’Italia. In generale, dunque, la maglia nera va alle città del Nord, tra cui Milano, Monza, Novara, Bergamo e Padova, seguite da quelle del centro come Perugia e Terni e al sud da Siracusa e Taranto.
L’esposizione a elevati livelli di ozono può provocare irritazione agli occhi, gola e polmoni, bruciore agli occhi, tosse e senso di oppressione al torace.
Quindi i consigli rimangono quelli di evitare di uscire nelle ore centrali della giornata e limitare attività fisiche che impegnano in genere l’apparato cardiocircolatorio per i soggetti più a rischio: bambini, anziani, donne in gravidanza ecc.
Angelo Borgogni per Palazzolo5stelle
fonti ed estrapolazioni da: 100ambiente e terranuova.
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