Come abbiamo imparato a notare, l’essere umano è decisamente incapace di creare qualcosa di perfetto, ma si dice che per lo meno si sforzi. Perciò, vista questa caratteristica umana, ci ritroviamo ancora a scrivere le nostre piccole segnalazioni inerenti alla viabilità palazzolese che, ancora una volta, coinvolge il tema delle piste ciclabili. La segnalazione però per essere più corretti è inerente ad una serie di piccoli problemi presenti nella zona dei “tre ponti” (zona italcementi-stazione del treno). La zona negli ultimi anni ha subito diversi lavori, ad entrambi i ponti della ferrovia, con l’istituzione dei sensi unici: una buona scelta la cui realizzazione però lascia alcuni dubbi.
Facciamo un bell’esempio pratico: prendiamo il nostro lavoratore o il nostro studente proveniente dalla stazione ferroviaria. Andando a sinistra si ritrova il più delle volte una montagna di macchine parcheggiate ad ogni lato della strada (senza contare quelle in movimento) essendo già l’area molto stretta in bici diventa difficile muoversi; andiamo verso destra, verso il ponte stretto. Il tratto asfaltato è stato reso effettivamente ad una sola corsia con la costruzione di due marciapiedi ai lati, di cui uno totalmente inutile. Su entrmabi è veramente difficile circolare con una bici, sia essendoci sopra sia tenendola a mano.
Infatti vediamo nella foto la nostra gentile cittadina palazzolese incontrare una certa difficoltà nel passare con una bici al seguito; ciò che lascia perplessi è dove conduca questo marciapiede, cosa collega?
La stazione di servizio, zona ovviamente interessata agli autoveicoli da una parte, e dall’altra dopo il ponte dove il marciapiede scompare; proseguendo c’è una linea che sembra delimitare ai lati della strada uno spazio, che forse potrebbe essere utile per una ciclabile. Non sarebbe stato più utile sotto al ponte fare un marciapiede più largo da una sola parte e permettere ad entrambi, ciclisti e pedoni, la fruizione di quello spazio? Magari collegando la pista ciclabile presente poco più in là creando una piccola pista cilabile visto che lo spazio, come vediamo qui di seguito, c’è?
La ciclabile di cui parlavamo sopra è stata realizzata negli ultimi anni e si trova nella zona italcementi.
È stata nobile l’idea di posizionare una ciclabile in mezzo al verde magari cercando di sistemare una zona in totale disuso per i fan dello sport domenicale; il problema però è che qui si stà parlando di una zona di boscaglia in un’area quale l’ex italcementi famosa per non essere una zona del tutto “tranquilla”. La sua frequentazione viene fortemente scoraggiata da alcuni fattori non trascurabili: la frequentazione di gruppi di strani individui che spesso lasciano la zona come una piccola discarica;
la mancanza di controllo da parte di forze dell’ordine ma altrettanto importante: la mancanza di illuminazione!
Non stiamo parlando di una scena da film horror, della tipica ragazzina sprovveduta che alle 23 si addentra in una strada pericolosa, lo scenario è ben più reale se si pensa che in inverno il sole tramonta presto, e alle 4-5 del pomeriggio inizia già a fare buio. Se anche qualche temerario volesse utilizzare questa pista gli sarebbe impedito dalla totale oscurità.
Magari in previdenza di una futura riqualificazione della zona sarebbe utile apporre dei lampioni, magari con piccoli pannelli solari come è già stato fatto molto intelligentemente qualche anno fa in una piccola traversa di via Adige nel rione Sgraffigna.
Lancio una personale provocazione: invece di mettere dei tappeti rossi totalmente inutili di fronte alle boutique e alle banche della piazza pensando di imitare qualche metropoli americana in profumo natalizio perché non pensiamo ad investire quei MOLTI soldi per interventi che possono essere realmente utili nella vita quotidiana dei cittadini palazzolesi?
È necessario farsi carico seriamente di quello che comporta una buona pianificazione del territorio. Sappiamo bene di vivere in Italia, il paese dei geni, ma anche dei gran casinisti; sarebbe bello per una volta invece non fare sempre le cose a metà, dimostrare che siamo in grado anche nelle piccole realtà a progettare, ma non nella effettiva accezione del termine di “gettare in avanti” ma forse è meglio dire programmare cioè “ante scrivere”, scrivere prima. Non abbiamo bisogno di grandi urbanisti, ma di un approccio urbanista che renda vivibile lo spazio umano-urbano; il riconoscimento formale di tale professione in Italia è avvenuta solo nel 2001, dobbiamo forse dare continua riprova di essere in dietro rispetto agli altri paesi europei? Io direi proprio di no.
Emanuela Salogni per Palazzolo a 5 stelle
Filed under: 10 punti - vita nei quartieri, ciclabili, fiato sul collo, Palazzolo sull'Oglio |
Rispondi