L’acqua è un bene pubblico e la destra supera gli steccati
Votato un via libera unanime a una mozione del centrosinistra. Una sorta di freno imprevedibile all’arrivo dei privati nel settore.
Dall’ultimo consiglio comunale di Bovezzo è arrivato un interessante segnale politico: il gruppo consiliare di centrodestra, formato da Lega nord e Pdl, ha votato compatto una mozione presentata da Matteo Grandelli, capogruppo della maggioranza di centrosinistra. Il tema? L’acqua, che la mozione in questione definisce «un bene pubblico fondamentale».
Il via libera è arrivato dal capogruppo di minoranza Ivano Alvisi, sostanzialmente d’accordo, pur con qualche distinguo, nell’assunto politico contenuto nel documento votato. «Il Meridione d’Italia – ha sottolineato Alvisi – non è certo un esempio da seguire a proposito della gestione del servizio idrico pubblico. Tuttavia al Nord la situazione è complessivamente buona. E allora perchè consentire ai privati di gestire un bene così importante?».
Le parole del capogruppo hanno prevedibilmente causato una reazione più che positiva: Grandelli, Mario Folli, Nicola Fiorin e Severo Battezzi hanno commentato con favore l’atteggiamento dell’opposizione; di forze politiche che in ogni altra sede istituzionale (Provincia, Regione e Parlamento) sostengono il decreto Ronchi: quello che spalanca ai privati la strada della gestione dell’oro blù.
«Non è una questione politica – ha osservato Grandelli -. Ma di buon senso. Vediamo con piacere che anche i consiglieri di centrodestra hanno assunto un atteggiamento di apertura. L’augurio è che, pur nella differenza dei ruoli assegnati dagli elettori, questo atteggiamento possa essere adottato in altre situazioni per il bene della comunità di Bovezzo». Insomma: chi tra il pubblico si aspettava un dibattito «muro contro muro» è rimasto deluso: la mozione è passata all’unanimità.
Per il resto, nello stesso consiglio comunale c’è stata un’altra approvazione trasversale: quella del nuovo regolamento dello stesso consiglio, che ha mandato in soffitta quello risalente al 1995. Ivonne Valcamonico, consigliere e presidente della commissione preposta, ne ha illustrato i contenuti, racchiusi in una ventina di articoli. Tra le novità, la commissione è diventata permanente, ed è stata inserita la possibilità di eleggere un presidente del consiglio comunale, attualmente facoltativo nei comuni sotto i 10 mila abitanti.
Interessante, infine la proposta avanzata dall’indipendente Battezzi, il quale ha suggerito di «assegnare all’eventuale presidente un compenso pari a quello percepito dagli assessori senza intaccare il budget complessivo». Il sindaco Antonio Bazzani si è riservato di studiare la proposta.
(bresciaoggi.it)
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