Tutto pronto per la riforma dell’istruzione superiore. Nei prossimi anni, gli studenti dell’era Gelmini passeranno complessivamente meno tempo tra le pareti scolastiche e, soprattutto, studieranno di meno. Meno matematica e lingua straniera, meno informatica e latino. Il ministero di viale Trastevere ha ormai predisposto quasi tutti i documenti necessari per fare partire la riforma che “la scuola attendeva da ottant’anni”, ha detto Mariastella Gelmini. Ma sarà la riforma in grado di rilanciare un paese in crisi, dando ai giovani gli strumenti per affermarsi nel mondo del lavoro o proseguire gli studi universitari con profitto? Vediamo, documenti alla mano, quanto e cosa studieranno le future generazioni.
Licei artistici. I nuovi licei artistici targati Gelmini (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), all’interno dei quali confluiranno gli ex istituti d’arte, sono contrassegnati dal segno meno. Sono gli unici licei che avranno 34 ore di lezione al biennio e 35 al triennio: poca cosa rispetto alle 40 ore settimanali. In un documento top secret predisposto dallo stesso ministero, per spiegare gli effetti “dimagranti” della riforma, sono evidenziati i “risparmi” in termini di ore tra vecchi e nuovi indirizzi. Rispetto alla cosiddetta sperimentazione Michelangelo, una delle più diffuse, i neo iscritti al liceo artistico studieranno da 561 a 759 ore in meno. Meno matematica, chimica e scienze naturali ma, soprattutto, meno discipline geometriche e discipline plastiche: quelle che formano attualmente lo studente.
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