Il giudizio nelle stanze «tecniche» dei Comuni è condiviso: la manovra sugli enti locali taglierà personale e servizi (mense, contributi scolastici, piani socio-assistenziali, trasporti, ecc). «E il difficile sarà spiegarlo ai sindaci quando dovranno fare le scelte» ammettono perplessi i funzionari impegnati a valutare gli effetti della manovra sui bilanci municipali nei prossimi due anni. Qualcuno intanto ha già provato a mettere nero su bianco i conti, come la Fondazione Ifel, l’istituto di ricerca che fa capo all’Anci il «sindacato» dei Comuni, che ha predisposto uno studio sulla nuova stretta del Patto di stabilità.
L’esame dei primi dieci Comuni della provincia conferma l’asprezza delle misure adottate, tanto da far sobbalzare più d’un amministratore. Sergio Parolini, ad esempio, assessore al Bilancio di Desenzano che secondo le proiezioni dell’Ifel si troverebbero a dover rispettare un patto di stabilità capestro, con un saldo positivo nel 2011 di quasi 4 milioni di euro pari a un taglio della spesa dell’11,9 per cento. «Impossibile, si figuri che noi rispettiamo il Patto chiudendo il 2010 con un saldo negativo di poco inferiore ai 100mila euro; il prossimo anno dovremmo arrivare a un saldo positivo di 4 milioni? Mi pare improbabile».
Riflette l’amministratore della giunta di centrodestra di Desenzano: «È un importante strumento per razionalizzare la spesa, ma applicato così finisce con il penalizzare i Comuni virtuosi». Parolini allora invita il governo «ad accogliere le richieste di modifica avanzate dall’Anci. In questi anni noi abbiamo fatto di tutto per razionalizzare la spesa, siamo riusciti a ridurre di circa 6 milioni di euro il debito, e ora il 2011ci impongono un aumento dell’avanzo del 164 per cento con ulteriori tagli di spesa, lo ritengo improponibile». E l’assessore desenzanese condivide la richiesta «di introdurre dei correttivi o di stralciare delle spese dal Patto di stabilità». Se Desenzano legge con preoccupazioni i numeri che lo riguardano non va meglio per gli altri paesi.
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