A salvare dalle ripetute violenze, alcune a sfondo sessuale, commesse da due cugini entrambi di 16 anni ai danni di un loro coetaneo di un paese della Bassa bresciana nei dintorni di Carpenedolo (la stazione dei carabinieri che si è occupata delle indagini) è stata la confessione choc di un suo amico fatta ai propri genitori, perché testimone di uno dei tanti episodi di soprusi e violenza consumati dai “terribili” cugini ai danni di un ragazzo mite, obbligato ad esibirsi in atti di autoerotismo e a mangiare cibo per cani.
COSTRETTO ad obbedire perché minacciato con un bastone e con l’avvertimento che l’avrebbero utilizzato per seviziarlo o, peggio, per sodomizzarlo. Un calvario che sarebbe proseguito chissà per quanto tempo, ma interrotto grazie ai genitori del compagno testimone. Loro non sono rimasti con le mani in mano e hanno contattato padre e madre della vittima informandoli di quello che stava accadendo.
È STATO L’INIZIO di una confidenza liberatoria. Il ragazzino, incalzato dai genitori, è scoppiato a piangere e rotto il muro di silenzio, confessando sevizie, violenze e minacce.
Un racconto che piano piano si è arricchito di particolari, finiti poi in un verbale dei carabinieri della stazione di Carpenedolo che hanno dato il via alle indagini, ricostruendo le fasi delle violenze che si consumavano spesso sulla via della scuola (il Centro di formazione professionale di Remedello, dove nessuno dei protagonisti della vicenda abbia mai dato problemi). Quel che ha colpito gli inquirenti è che le violenze non sono maturate all’interno di un ambiente degradato, ma tra figli di famiglie conosciute e stimate.
Adesso i due cugini «bulli» sono finiti al carcere minorile Beccaria di Milano con la pesante imputazione di violenza sessuale in concorso e violenza privata esercitate in almeno due occasioni. «Le loro famiglie al momento dell’arresto dei ragazzi sono rimaste attonite, senza parole» ha spiegato il capitano Fabrizio Massimi, comandante della Compagnia di Desenzano, che ieri ha illustrato l’operazione.
SECONDO LA ricostruzione fatta dai carabinieri, i soprusi più gravi sarebbe avvenuti almeno in due occasioni, già sull’autobus che collega Remedello al paese di provenienza dei tre coetanei, la vittima era stata più volte presa in giro e schernita davanti a tutti gli altri giovani passeggeri.
Poi in gennaio il primo degli episodi violenti: prelevato un sabato sera dalla coppia di bulli quasi a forza mentre era in un bar, il ragazzo sarebbe stato portato in una baracca dove sarebbe stato costretto a subire una serie di abusi culminati con l’obbligo di mangiare crocchette per cani. Una scena che ha disgustato e choccato anche altri tre giovani che, per curiosità, erano arrivati fino alla baracca.
Uno di loro, passato il turbamento, ha deciso di confidarsi con i genitori e sul personale e perverso videogioco dei due sedicenni violenti si è accesa la scritta «game over».
(fonte: bresciaoggi.it)
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