Riportiamo una toccante lettera che ci scrive Daniela in merito alla vicenda reale di un ragazzo ghanese che vive (ancora per poco) a Palazzolo. A voi le riflessioni…
Vi racconto una storia. Vera.
Jack West (nome di fantasia) è un ragazzo ghanese di tredici anni che vive in Italia da cinque. Ha molti amici, è un tipo allegro, intelligente, dotato di un particolare senso dell’umorismo. Ama il calcio, gioca nella squadra della cittadina bresciana dove vive, Palazzolo sull’Oglio. Frequenta la prima media, litiga un po’ con l’Italiano, ma la sua pagella ha diversi 7 e i complimenti di più di un insegnante.
La famiglia di Jack è felice: da pochi mesi è nato il terzo bimbo, il papà ha un buona occupazione in fabbrica e la mamma si divide tra i figli e qualche lavoretto per arrotondare.
Tutto bene? Non proprio. La nascita del terzo figlio ha complicato l’esistenza di Jack. Non per le notti insonni popolate dal pianto del piccolo Arthur, non per il nervosismo della madre che scarica su di lui le tensioni accumulate per le disobbedienze dei due terribili fratellini; no, il motivo è un altro, ed ha un nome freddo e laconico: “idoneità abitativa”.
Le recenti normative in materia di immigrazione hanno infatti ulteriormente irrigidito le condizioni abitative richieste per la concessione o il rinnovo del permesso di soggiorno. Facciamo degli esempi, non lontani dalla realtà legislativa: se la famiglia è composta da due persone, servono almeno 50 mq, se ha un figlio ne servono 60 di mq, se ne ha due, 75, e così via.
L’arrivo di Arthur nella famiglia di Jack ha significato l’automatica non idoneità abitativa della famiglia West che, occupando un alloggio di 70 mq non ha i parametri abitativi per una famiglia di 5 persone adeguati alle disposizioni di legge.
Il papà di Jack si è messo alla ricerca di una nuova casa ma… niente da fare, a Palazzolo gli affitti sono troppo alti, soprattutto per metrature così elevate e per le tasche, non pingui, di un operaio.
Così Jack dovrà lasciare tutto, scuola, amici e punti di riferimento, e trasferirsi in un altro paese, dove papà ha trovato un alloggio a prezzo sostenibile. Lì, nel mese di maggio del 2010, comincerà la sua nuova vita. La terza, dopo quelle vissute ad Accra ed a Palazzolo.
Credo che fosse una storia che valesse la pena di essere raccontata, benché scritta da chi scrittrice non è.
A voi le valutazioni, io le mie le ho già fatte e, per ora, le tengo per me.
a cura di Daniela
ps. In rispetto della privacy i nomi dei protagonisti sono volutamente di fantasia.
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