Costa 5 miliardi di euro al sistema Brescia lo smaltimento degli scarti delle produzioni pericolose.
È di cinque miliardi di euro per la sola provincia di Brescia il costo annuo dello smaltimento di rifiuti pericolosi, 20 per l’intera Regione. Cifre impressionanti, se si tiene conto che il bilancio del Pirellone è di 24 miliardi l’anno. Rifiuti che per la maggior parte sono destinati all’estero (Germania in primis). Ma se si considera che nel Bresciano si smaltisce il 30% dei rifiuti pericolosi prodotti in Lombardia (circa 2milioni di tonnellate l’anno) e che sul nostro territorio sono in arrivo una pioggia di richieste di nuove discariche e impianti di trattamento «è chiaro il rischio di creare sul nostro
territorio un business legato al ciclo dei rifiuti».
A lanciare l’allarme è Osvaldo Squassina, consigliere regionale di Sinistra Unaltralombardia, che ha studiato a fondo i dati fornitigli dal Pirellone in merito al comparto rifiuti e li ha presentati ieri in una conferenza stampa, dove ha spaziato a tutto campo: «Serve un’inversione di tendenza e una drastica riduzione nella produzione dei rifiuti sia urbani che industriali – aggiunge Squassina – il rischio è quello di far pagare in futuro alla collettività dei costi
inimmaginabili in termini di ambiente e salute».
Brescia detiene il record pro capite non solo della produzione di rifiuti speciali (1,9milioni di tonnellate) e pericolosi (500mila t), ma anche della maggiore produzione pro capite di rifiuti urbani: 735mila nel 2007, ovvero 608 chili per ogni abitante della provincia, con un picco di 722kg per ogni residente in città, «a fronte di una media regionale di 512 chili e di una nazionale inferiore ai 500 chili a testa» aggiunge il consigliere. «La Regione sta redigendo una bozza di piano per lo smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi – insiste Squassina – indicando una serie di progetti all’avanguardia, ma nello stesso tempo continua ad autorizzare discariche nella nostra provincia».
Squassina prende come paradigma la vicenda amianto. In Regione ce ne sarebbe da bonificare almeno 2,7 milioni di metri cubi («almeno il doppio secondo i tecnici che considerano anche infissi e coperture interne delle case»), in provincia circa 500mila mc. Ma il Pirellone sta contemporaneamente autorizzando 6 discariche il Lombardia, ben 3 a Brescia (San Polo, Travagliato, Montichiari, per oltre 1,5 milioni di mc di capacità). «Tenendo conto che smaltire un metro cubo di amianto costa 110 euro – aggiunge il consigliere – se ne deduce quali sono i ricavi per un gestore di discarica». «Siamo consci dei rischi inerenti l’amianto – chiude Squassina – ma questo non è assolutamente il modo di procedere. Chiediamo per questo una moratoria su tutte le aperture di nuove discariche e nel frattempo la messa in sicurezza e il controllo della dispersione delle fibre».
(FONTE: bresciaoggi.it)
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