Ieri a Roma si è svolta la Marcia delle agende rosse. Meritava l’apertura dei telegiornali, le prime pagine dei quotidiani. E’ stata ignorata. E’ stata cosa ignota per i giornalisti di regime, come ignoti sono ancora i mandanti dell’omicidio di Paolo Borsellino. La sua agenda rossa, in cui annotava tutto, è scomparsa nel momento della sua morte. Borsellino sapeva delle trattative tra Stato e mafia. Sapeva del tritolo che era arrivato per lui dal continente. Sapeva di morire. Nessuno era interessato alla sua sicurezza. Una vittima sacrificale. Ogni domenica si recava a trovare sua madre in via D’Amelio e nessuno si preoccupò di mettere delle semplici transenne per impedire il parcheggio di un’autobomba. Forse la famosa trattativa tra Stato e mafia è andata a buon fine.
(FONTE: http://www.beppegrillo.it)
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era rossa e da comunista che era l’hanno fatta sparire!
la prassi, direbe qualcuno!
Solo un Paese allo sbando, in regime mediatico da anni può concedere la prima serata a Vespa con il premier, che da decenni non si confronta con nessuno, che fa il suo monologo come in comizio.
Solo un Paese allo sbando può decidere di dimenticare chi è morto per migliorare l’Italia.
E’ davvero preoccupante il livello di ignoranza degli italiani e il lavaggio del cervello che da un punto di vista mediatico è in atto ormai da troppo tempo.
Perchè è morto Borsellino? Per lo stesso motivo per cui l’attuale opposizione non ha fatto nulla, quando aveva la possibilità di farlo, contro i conflitti di interesse dell’attuale premier.
Pappa e ciccia.
F.D.B.